Tv , Internet e società italiana

Con l’avvento di Internet  gli strumenti tradizionali  di diffusione dell’informazione (  tv, quotidiani , radio ecc )  sono  andati  sempre  più in crisi  perdendo  molta  credibilità  ,  un tempo  invece  molto forte  . La ragione principale  sta  nell’evidente e radicale  cambio di paradigma : infatti si è passati  dal ricevere  delle informazioni  in modo totalmente passivo  e unidirezionale  ad  avere  una vasta libertà di scelta  e di opzioni  , con la possibilità  inoltre di poter partecipare  alla diffusione  se non alla creazione  dell’informazione stessa.

Questo  processo però  è  avvenuto  in modo  troppo  veloce  , tanto  che  in Italia  al di là  delle apparenze  ciò non ha attecchito  più di tanto  ,  visto  che ancora  al giorno  d’oggi  la televisione  ( e specialmente  i telegiornali nel campo dell’informazione ) continua a farla da padrona  ,  mentre  il potenziale  comunicativo  e  informativo  del web  è  visto  ,  o con diffidenza  ,  o con semplice indifferenza .

Internet  al giorno d’oggi  , per  molti  italiani e non , è sinonimo  al massimo  di Facebook , giornali  scandalistici online ,  chat , qualche video  di Youtube  ,  qualche  piccola  ricerca  su Wikipedia  solo  per necessità ( scuola , lavoro ecc )  e poi  ,  per il resto ( l’informazione , la politica e la cultura )   …  c’è  la tv  e basta  .

Sia chiaro  , non c’è nulla di male  in ciò che ho elencato  sopra  ,  è solo  una semplice constatazione  :  gli italiani  ,  in fin dei conti  ,  non sono  ancora  pronti  per  quella che viene chiamata la ” rivoluzione  digitale ”  ,  sono  ancora  troppo  attaccati  ai vecchi sistemi  di  informazione  che in passato  e ancora  oggi  incidono  molto  sulla loro vita  e sulla loro percezione  della realtà   .

Questo  in parte  è anche colpa  della più o meno negativa  considerazione  che si ha su Internet  nell’opinione pubblica e nei mass media  , dove  si  tende  a  sottolineare  maggiormente   gli aspetti negativi ( che ci sono e che vanno combattuti )  e si dà  , in generale ,  poco peso  alle valenze  positive  e maggiormente utili e costruttive  del web , oppure  al contrario  certe  volte  , si scade  nella  semplice  idealizzazione  .

Quello  che ci vorrebbe  in fin dei conti  è  semplicemente una   presa  di coscienza  sull’utilità  del web  e  i suoi limiti  ,  e il riconoscimento  di  esso  come  uno strumento  , un fantastico strumento   volto  non  solo  al puro e semplice  cazzeggio ,  ma ogni  tanto  anche  a qualcosa  di serio  ,  perchè  è vero che c’è sempre  la tv  ,  ma di tanto in tanto è bello anche andarsi a cercare  un’opinione  e  farsi  una propria visione  delle  cose  invece  di averle  già  preconfezionate  dalla ” scatola  magica ”   , o no ?

Introversione , estroversione e società

Nel 1921  Carl Gustav Jung  ,  nella sua opera  ” Tipi Psicologici ” ,    individuò  quelli che sono considerati  i due orientamenti caratteriali dominanti   dell’essere umano :  introversione e estroversione  .  Solitamente  l’introversione  si associa  a un carattere  esteriormente  mite   e   interiormente  riflessivo   ,  mentre  l’estroversione  a  un comportamento  tendenzialmente  basato  su  una maggior uso della comunicazione  verbale e  una  più marcata socialità  .   Naturalmente  questa  è  una  definizione generalizzata  ,  e le  classificazioni  cambiano  da individuo  a individuo  e  non va  sottovalutata  l’influenza  dell’ambiente sulla  formazione  o  meno  di un carattere  con tratti  di introversione o estroversione  maggiori  .

Di  per  sè  sia  gli individui introversi  che quelli estroversi   presentano  aspetti  positivi  ,  che vanno per quanto possibile  valorizzati  .   Purtroppo  la nostra  società  si è basata  per molto tempo ( e si basa tutt’ora )  sul dualismo  introversione/estroversione  :  gli  introversi  sono  stati  da una parte  demonizzati  e considerati  ” malati ”  o incapaci dal punto di vista  sociale  , dall’altra  relativamente  di recente  idealizzati  per quanto riguarda l’arte , la filosofia ecc ,  discipline  in cui  di solito  l’introverso  è naturalmente  più portato  .    Spesso  c’è  stata  e  c’è  ancora  una  sottile  e invisibile  discriminazione  verso  gli introversi  ,  e questo  è  palese  per esempio  nella scuola   in cui solitamente  chi è introverso  si trova o viene fatto trovare  a disagio ( anche grandi  personalità  tendenzialmente introverse del passato  , come  Albert Einstein  , hanno  avuto  gravi disagi con l’ambiente scolastico )  ,  inoltre  la  pubblicità (e i mass media  in generale )  propaganda  un modello  comportamentale orientato verso un’esagerato esibizionismo narcisista  (  pensiamo  ai reality show  o a programmi  del genere  che purtroppo fanno  ancora  molta  presa  su una buona parte  del pubblico giovanile  )  .

Ultimamente  l’introversione  si sta  rivalutando  anche  se rimangono  vecchi pregiudizi  ,  perchè  nella nostra coscienza per motivi sociali e culturali  abbiamo  interiorizzato  che  l’estroversione  equivale al bello , all’equilibrio  e alla positività   mentre  l’introversione  corrisponde alla negatività  (  mentre  in Oriente  ad esempio ,  in generale  si pensa l’esatto contrario )  .  In un certo  senso  si può  fare  un paragone  ,  che a alcuni  apparirà magari fuori luogo ,  tra  l’orientamento  sessuale omosessuale  e l’orientamento caratteriale introverso  e la loro percezione  nella società  .

L’omosessualità  sino  a poco  tempo  fa  era  considerata  una  ” malattia mentale”  e  la figura  dell’omosessuale nella percezione  dell’opinione  pubblica , era  fortemente  negativa  :  inoltre  veniva  condannata  in quanto considerata  ”  contronatura”  per il fatto  che  l’uomo  per natura  è portato  a procreare  ,  e la  procreazione  naturale  nei rapporti  omosessuali  non è ovviamente possibile  .  Spesso  si  dice  che anche l’introversione  è  ” contronatura”  perchè  l’uomo  è  un’animale  sociale  e  l’introverso  ovviamente  non  è  sufficientemente  socievole  .  Anche l’introversione  , sopratutto   in passato   è  stata  correlata  alla  ” malattia mentale” ( in senso più dispregiativo  che prettamente  medico/psichiatrico )     ma la verità  è  che  semplicemente  sia  introversione  che estroversione  , così  come  eterosessualità  e omosessualità  sono  degli  orientamenti umani  legittimi  e  da  rispettare ,  senza  per forza  di cose  demonizzarli  o idealizzarli  .

Il Lavoro

Si dice  che  il  lavoro  dia  la libertà  , l’autonomia  e l’indipendenza  .  Ma  siamo  sicuri  o c’è qualcosa  che non quadra  ?    Quante  persone  lavorano  perchè  veramente  sono interessate  e appassionate  di esso  ,  e quante  per  mera  necessità  e dipendenza  economica  anche al costo  di andare  contro  la propria  volontà  facendo  attività  che si considerano  ripugnanti  ?     .

Se  ragioniamo  giusto  un poco  ,  possiamo accorgerci  benissimo  della falla  che sta alla base  dell’intero  ragionamento  .  Si  dice  che  si lavora  per  la  libertà  e  la felicità  ,  ma  lo si fa  per  la necessità  ,  e  quando  lo  si fa  si  dipende  necessariamente  da qualcosa  ,  che siano  i soldi  ,  i giudizi  dei datori di lavoro o dei colleghi   o  il proprio ego  non importa  .   Io  non ho nulla  contro  il lavoro  ma  semplicemente  mi farebbe piacere  se  si chiamassero  le cose  con  il loro  nome  ,  e il  lavoro  ( almeno quello  subordinato )  con la libertà  non  ci azzecca   una  sega  ,  visto  che a  guardarlo  neutralmente  non  è altro  che un  rituale  ossessivo/compulsivo  con derive perfezioniste  .

Diverso  discorso  per  il  lavoro  che  ad esempio  compie  un  libero  professionista  o  chi  decide  di  guadagnare  qualcosa  dalla  sua  attività preferita  o dalla passione che ha deciso  di seguire     .    Sarebbe  bello  se  ogni  tanto  si usassero  le  parole  nel modo  giusto  e  in questo caso  si  ammettesse che  il lavoro , specie quello  subordinato  non  è certo  uno strumento  per  la libertà  ,  ma  è  semmai  uno strumento  di dipendenza  ,  perchè  essenzialmente  l’essere  umano  è  dipendente  , è nato  dipendente  e cresciuto  rimane  sempre  dipendente  da  qualcosa  ,  in modo  meno marcato  ma  l’essenza  non cambia  .

Seguite  i vostri  sogni , fate quello che  potete  e scegliete il lavoro che più  vi faccia sentire realizzato  ,  ma  non  crediate  che  ciò  sia  la  libertà  ,  perchè  essenzialmente  non  c’è  paura  più  grande  dell’uomo  che quella per la pura  libertà  ( l’ancestrale  paura  di ciò che non si conosce )  .

Non è detto che ciò  sia  un male  ,  alla  fine  anche  il concetto  di dipendenza ( slegato dal significato negativo  che gli viene  riconosciuto  nella società )  è neutrale  :  esiste  una dipendenza  che possiamo  definire  esagerata ,  dannosa  o  ” patologica”  che è giusto limitare  ,  e una  dipendenza  più o meno soft , positiva  ,  che  più o meno reca  (  o si crede che rechi )  tutto sommato  dei benefici  all’individuo  e  può  venire  legittimamente  perseguita   ,  però  la  libertà  è  un’altra  cosa  ,  e   chiaramente  dove  c’è  la  società  ,  un pò  di libertà  viene  eliminata   (  Freud diceva  che veniva  ” barattata ”  in cambio  di un pò di sicurezza )   e questo  non  è  detto   che  sia  un male  in  sè , ma dipende dalle circostanze  .